Lo stato depressivo una malattia, oppure una perdita di speranza?

//Lo stato depressivo una malattia, oppure una perdita di speranza?

Il motore che ogni giorno spinge le persone ad andare avanti è la speranza. La speranza apre le porte alla possibilità di superare momenti molto difficili. Un uomo senza  speranza sente addosso il peso dell’impotenza di chi ha smesso di lottare. Se andare incontro ad un insuccesso  professionale e/o affettivo sono motivi di forte disagio, perdere la speranza   equivale a subire un colpo da 10 a 100 volte più gravoso. Quando la persona viene ingabbiata nella perdita della speranza  di potercela fare, si trova risucchiato dentro un tunnel depressivo molto potente. Un tunnel depressivo che si traduce in perdita di piacere. stanchezza, mancanza di motivazione, disinteresse, isolamento sociale e nei casi più gravi tanto desiderio  di farla finita. La medicina classica ci ha insegnato che quando entriamo in un stato depressivo occorre andare dal medico per farsi prescrivere degli psicofarmaci e per tale motivo la persona si convince di avere una malattia mentale. Sappiamo che la malattia indica una condizione in cui una parte del nostro corpo  non sta funzionando bene, e nel caso dello stato depressivo  sarebbe il cervello quello che ha avrebbe smesso di funzionare bene. Alcuni professionisti  suggeriscono ai propri pazienti, allo scopo di aiutarli a sentirsi meglio, di convincersi che è una malattia e di accettarla. Nella realtà, quando il messaggio della malattia si insedia nella mente della persona, essa perde ulteriormente ogni motivo  per  sperare e quindi accetta di subire, quasi passivamente, la sua terribile disgrazia. Allora più la persona trascorre  il suo tempo nello stato depressivo,  più si rafforza la sua convinzione di non potere più sperare in qualcosa di diverso e di migliore per la propria vita. Come diretta conseguenza di ciò,  lo stato depressivo si aggrava e si cronicizza negli anni fino a quando diventa molto difficile recuperare un soddisfacente stato di benessere. Nella realtà tutti gli esseri umani reagiscono in senso depressivo quando subiscono la perdita di una persona cara, un fallimento, una separazione, la perdita del lavoro, una questione che non riescono a risolvere ecc. Se attraversare un periodo depressivo equivale ad essere malati, tutto noi, almeno per diversi momenti della nostra vita, ci siamo ammalati di depressione. Un concetto di malattia da cui si guarisce giusto quando si esce fuori dallo stato depressivo. Le domande adesso sono: si esce fuori dallo stato depressivo perché la malattia scompare?; oppure si esce fuori dallo stato depressivo perché la speranza ritorna nella vita della persona? La mia risposta è che si esce fuori dallo stato depressivo nel momento in cui  la speranza riprende ad illuminare  la vita delle persone. Infatti, quando  emerge di nuovo la speranza, come diretta conseguenza lo  stato depressivo retrocede e per tale motivo ritorna la voglia di fare, l’energia e la motivazione. Prendiamo l’esempio di alcuni naufraghi che a seguito di una tempesta si trovano sperduti per due mesi  in mezzo all’oceano nella loro scialuppa di salvataggio. Come pensate dovranno sentirsi questi naufraghi, quando trascorsi due mesi vedono esaurirsi le loro ultime scorte di viveri senza che nessuno abbia provveduto a salvarli? Il loro stato emotivo sarà felice o triste? La risposta è che nella maggior parte di loro prevarrà lo stato depressivo, mentre in alcuni di loro  No. La domanda adesso è:  forse in chi prevale lo stato depressivo si è generata una malattia ed in   altri NO? E’ se fosse proprio come stiamo ipotizzando, come ci spiegheremmo il loro immediato cambiamento  stato di umore, quando tutti quanti passeranno dal versante depressivo a quello di felicità, giusto   nel momento in cui all’orizzonte vedranno la sagoma di una imbarcazione che si sta avvicinando verso di loro? Dovremmo pensare che sono immediatamente guariti dalla malattia , oppure è lecito supporre che quello stato depressivo non era generato da una malattia ma dalla perdita di speranza? Se lo stato depressivo dovesse essere una malattia cosi come ci stanno abituando a credere, non può un avvenimento esterno farci guarire da un malfunzionamento interno. Mentre se lo stato depressivo è conseguenza di un meccanismo esclusivamente psicologico come quello che si genera con la perdita della speranza, allora la immediata guarigione dei naufraghi si spiega  proprio perché la vista della nave riconsegna nella mente delle persone la speranza di essere salvati. Nella mia esperienza clinica uno dei punti critici che spesso mi ritrovo ad affrontare con i soggetti depressi  è che hanno perso la fiducia di potere sperare ancora e per tale motivo sono più portati a desistere che a reagire. Tutto questo ovviamente non succede per problemi di debolezza personali, ma per il fatto terribile che hanno  perso, loro malgrado, la fiducia di potere ancora  sperare. Venendo meno l’energia che fornisce il meccanismo propulsore della speranza si trovano nelle medesime condizioni di chi pretende di spostarsi  in macchina senza carburante. Almeno una volta nella vita ognuno di noi ha sperimento, per un certo periodo  la perdita di speranza e sappiamo quanto questa esperienza sia brutta da vivere. Fortunatamente,la maggior parte di noi con la propria stessa vita, ha più volte smentito il catastrofismo generato dalla perdita di speranza , grazie al fatto che dopo la realtà di è voluta diversamente ed in meglio rispetto alle nostre previsioni pessimistiche quando eravamo senza speranza. Il fatto vero è che nessun essere umano ha il potere magico di potere predire il futuro. La perdita di speranza può essere rappresentata come un mago interno  che desidera ingannare facendoci  credere di avere visto il nostro futuro più pessimo e terribile. Assolutamente Falso, poiché nessuno essere umano conosce il futuro.  E’ utile ricordarci che la speranza è il carburante più potente che Dio ci ha donato per aiutarci ad  andare avanti. Ed è utile sapere che essa esiste anche quando, in certi momenti, non riusciamo a vederla e percepirla. Il mio suggerimento conclusivo è quello di non permettere a nessuna persona al mondo, meno che mai a voi stessi, di farvi rubare “la fiducia della speranza” anche quando la vostra vita è afflitta da problematiche molto pesanti. Qualora non riuscite da soli a farcela, mettete da parte il vostro orgoglio e rivolgetevi a dei professionisti appositamente preparati per aiutarvi a ritrovare quella che IO chiamo “la fiducia della speranza”.

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