“Cadere” non è una esperienza piacevole. Sperimentare di “cadere” più volte è ancora più spiacevole. Il concetto della “caduta” è intenzionalmente usato come metafora per indicare tutte quelle volte in cui ci rammarichiamo di: non riuscire a raggiungere i nostri obiettivi, vedere disattesi delle aspettative o dei desideri. Una relazione interrotta, la promessa di un lavoro mancato, un licenziamento, una promozione boicottata, un rimprovero, un obiettivo mancato, un insulto subito, una bocciatura, una menomazione fisica,un tradimento, un fallimento, un lutto, la scoperta di una malattia, un problema che non si riesce a risolvere, questi ed altri ancora possono essere alcuni degli esempi concreti in cui è possibile sperimentare l’effetto di una “caduta”. In ognuno di questi momenti diventa facile credere che non ci sia niente da fare o che la nostra vita sia un disastro e un fallimento. Sono momenti in cui le tenebre paiono calare intorno a noi, assorbendo in esse ogni fascio di luce e di speranza . Sono periodi di tempo terribili. in cui il catastrofismo più estremo diventa una verità assoluta e impossibile da dissolvere. Se quanto detto può descrivere quanto di più negativo accade durante le “cadute”, la realtà di tutti i giorni dimostra che è sempre possibile trovare un modo ed una occasione per potersi rialzare. Persone che in un primo momento erano state metaforicamente distrutte da una relazione interrotta, dopo ringraziano l’avvenuta separazione per via del fatto che hanno potuto conoscere un tipo di amore nuovo e più adatto a loro. Persone rammaricate per una considerevole esperienza di fallimento, ringraziano quello stesso fallimento che gli ha permesso di generare delle idee brillanti su cui hanno potuto costruire importanti successi. Persone in un primo momenti addolorate della spiacevole scoperta di una malattia, si sono dopo vantate. della scoperta di aspetti e dimensioni piacevoli della vita che prima della patologia sconoscevano. Scienziati inizialmente dispiaciuti di alcuni insuccessi scientifici, dopo proprio grazie a tali esiti negativi sono riusciti a pervenire ad importanti scoperte scientifiche. Ed ancora Individui portatori di menomazioni fisiche sono riusciti a potenziarne altre abilità personali e con queste compensare egregiamente le parti mancanti o inefficienti. La realtà di tutti i giorni è ricca di esempi che dimostrano quanto le convinzioni catastrofiche che ci assalgono nei momenti critici sono spesso figlie di menzogne gratuite e repentine. Se provassimo a ripercorrere mentalmente alcune tappe della nostra vita, scopriremmo anche in noi stessi molte delle occasioni in cui abbiamo pensato in maniera catastrofica di non potercela fare, o che sarebbe stato impossibile risollevarsi da una situazione difficile, per renderci conto di quanto il catastrofismo di allora era semplicemente una nuda e cruda menzogna. Se è vero che nessuno è in grado di dire quando e quante volte possiamo cadere durante la nostra vita, parimenti è altrettanto vero che nei momenti critici a nessun pensiero catastrofico può essere attribuito un potere premonitore vero ed assoluto riguardo il futuro che ci attende. La regola che viene fuori da questo ragionamento è quella di imparare a diffidare dal catastrofismo che ci assale durante le “cadute” anche se fortemente spiacevoli. Imparare a prendere le distanze dai pensieri catastrofici è un allenamento sacrosanto che ognuno di noi dovrebbe impegnarsi ad attuare proprio nei momenti in cui sperimenta una “caduta”. Posso assicurare, attraverso la mia esperienza personale e professionale, che il risultato di questo impegno sarà restituito in maniera egregia. Magari non con dei fasci di luce che riescano immediatamente a squarciare l’oscurità grigia che ci sommerge nei momenti critici, ma omaggiandoci dell’utile visione che è quella di sapere che oltre il cielo grigio e cupo continua a splendere un sole in attesa di essere ancora una volta guardato. Questa semplice ma potente visione sarà in grado di mobilitare in noi le migliori risorse positive e con queste trovare le forze per provare ancora una volta a rialzarci anche se ciò dovesse provocarci ancora nuove “cadute”. Prendiamo esempio dai bambini piccoli, pur cadendo tante volte essi imparano a camminare. Per quanto fastidiosi e doloranti siano le “cadute”, i bambini sono sempre lì pronti a rialzarsi fino a quando avranno imparato a camminare. Nell’ambito psicologico e psicoterapeutico sono stati sviluppati moltissimi strumenti concreti che sono in grado di potenziare nelle persone le capacità di rialzarsi. La psicoterapia agevola nelle persone la capacità di fare emergere le risorse positive allo scopo di sfruttarle per imparare a rialzarsi più velocemente e meglio. Sfruttare questo vantaggio è una scelta molto sensata qualora si avverta il bisogno di rialzarsi, accettando il fatto che cadere fa parte dell’esistenza. Pertanto è inutile continuare a rammaricarci di essere caduti, mentre è molto utile focalizzare la propria attenzione su come rialzarsi.
No comments yet.