E’ una reazione naturale d’allarme che si attiva quando valutiamo delle situazioni come pericolose o minacciose. Da una prospettiva evolutiva, l’ansia è un dispositivo di allarme utile alla sopravvivenza. In altre parole, senza il congegno dell’ansia non saremmo in grado di percepire i pericoli e di affrontarli in maniera tempestiva. Le persone vulnerabili all’ansia commettono spesso l’errore di considerarla come “il problema”. Il credere che l’ansia è “il problema”, ha portato la medicina tradizionale a equipararla ad una malattia organica. L’eccessivo abuso degli psicofarmaci nel trattamento dell’ansia e lo scarso interesse verso la psicoterapia( trattamento senza farmaci) sono la prova di quanto sia diffusa l’opinione che l’ansia è equivalente una “malattia organica”. Le domande che mi pongo sono: possono le parole curare da un fibroma?; possono le parole curare da una infezione virale e batterica?; possono le parole curare da una allergia? La risposta scientifica è: NO! Allora come ci spieghiamo che nel trattamento dei disturbi d’ansia i risultati migliori e di maggiore durata si raggiungono attraverso il trattamento con la psicoterapia cognitivo comportamentale? Questa prova scientifica dimostra due verità: o le parole dello psicoterapeuta sono capaci di curare da una malattia organica, (come oggi si considerano i disturbi d’ansia) oppure è errato equiparare i disturbi d’ansia ad una “malattia organica”. La psicologia cognitivo comportamentale ha mostrato che il semplice fatto di considerare l’ansia come “il Problema” produce nella persona un incremento della propria vulnerabilità all’ansia. Questo processo negativo si attiva perché da una parte, la paura di entrare in ansia porta a valutarla come pericolosa, mentre dall’altra parte l’ansia è lo stesso meccanismo di segnalazione del pericolo che induce paura. Si comprende bene che, essendo l’ansia contemporaneamente sia il pericolo che il segnale di pericolo, si alimenterà un circolo vizioso di allerta permanente. Alla luce di quanto riferito, il suggerimento che mi permetto di dare a tutti coloro che percepiscono con disagio il sentirsi spesso in ansia, è di riflettere se anche per se stessi l’ansia è diventata “il pericolo” da cui difendersi; Se la risposta è SI, allora vuol dire che siete dentro il circuito vizioso dell’ansia. In questo caso fareste bene a darvi da fare per uscirne fuori quanto prima possibile”, sapendo che è illogico continuare a credere che uno stessa cosa possa essere in contemporanea sia il “pericolo” che il “segnale di pericolo”.
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