Le “meta preoccupazioni”, i motori responsabili dei disturbi d’ansia

//Le “meta preoccupazioni”, i motori responsabili dei disturbi d’ansia
Le “meta preoccupazioni” sono le principali cause cognitive che generano circoli viziosi di mantenimento  dei disturbi d’ansia. La psicologia cognitivo comportamentale differenzia due livelli di preoccupazioni, quelli primari e quelli secondari. Le “meta preoccupazioni” sono quelle che si collocano a livello secondario. Per capire meglio, prendiamo il caso di un ragazzo preoccupato per un esame scolastico che dovrà sostenere a breve. Questo tipo di preoccupazione  è di primo livello in quanto  ha origine da una questione concreta, l’esame da affrontare. Adesso consideriamo il caso di un altro ragazzo che, dovendo anch’esso sostenere un esame scolastico, è preoccupato dalla inquietudine che proverà prima e durante la prova. A differenza della prima, quest’ultima preoccupazione è di secondo livello, in quanto non è più riferita all’esame, ma allo stato d’ansia  che crede dovrà sperimentare. Le preoccupazioni di primo livello possono essere considerate funzionali poiché, focalizzandosi sull’esame, motivano lo studente a prepararsi ed affrontare l’esame nel migliore dei modi. Invece le preoccupazioni di secondo livello o “meta preoccupazioni” sono disfunzionali, poiché, evidenziandosi l’inquietudine di provare ansia, il focus non sarà quello di sostenere un buon esame ma di non provare ansia. La dinamica viziosa delle meta preoccupazioni sta nel fatto che esse, anziché estinguere l’ansia, la generano. Immaginiamo il caso di un cane che cerchi di mordersi la coda. Il cane  non riuscirà mai nel suo intento, poiché per ogni movimento fatto  in avanti con la sua bocca, corrisponderà un identico movimento all’indietro. Più numerosi saranno i tentativi dell’animale di acchiappare la sua coda, tanto maggiori saranno i suoi insuccessi e le sue frustrazioni. Metaforicamente parlando, il circolo vizioso relativo alla “meta preoccupazione” di non provare ansia, sarà proprio quello di innescarla anzitempo. Nello specifico, più lo studente sarà preoccupato di non provare ansia, più la susciterà, cosi come succede al cane quando prova a mordersi la coda.
Le caratteristiche distintive che possono permetterci di riconoscere l’esistenza di meta  preoccupazioni nei nostri ragionamenti  sono:
A)    l’esistenza di preoccupazioni che anziché essere dirette alla soluzione di un problema concreto sono indirizzate all’evitamento e al controllo dello stato d’ansia.
B)    l’esistenza di preoccupazioni che sono focalizzate su aspetti che si associano normalmente agli stati d’ansia ( pensieri negativi ricorrenti, difficoltà di concentrazione, tremori, battito cardiaco accelerato, senso di confusione mentale, agitazione, sensazioni somatiche, sensazioni di debolezza, ecc).
C)    l’esistenza di preoccupazioni che, generando  circoli viziosi, intensificano l’inquietudine anziché ridurla.
D)    l’esistenza di preoccupazioni che esauriscono le risorse cognitive dell’individuo, impegnandole in compiti inutili, svantaggiosi e dannosi per la propria salute.
Con la speranza di avere spiegato sufficientemente bene cosa sono le meta preoccupazioni e di avere fatto comprendere l’aspetto insidioso che hanno nel mantenimento dei disturbi d’ansia, desidero fare un breve elenco delle “meta preoccupazioni” più comuni.
1)      essere preoccupati di avere spesso pensieri negativi
2)      essere preoccupati di essere frequentemente  in ansia
3)      essere preoccupati dalla possibilità di potere avere un attacco di panico
4)      essere preoccupati di avere troppe paure
5)      essere preoccupati di essere spesso nervosi
6)      essere preoccupati di non riuscire più a sentirsi tranquilli
Se riconoscete tra le vostre preoccupazioni alcune di queste meta preoccupazioni, prendete consapevolezza che probabilmente siete all’interno di una spirale viziosa generata da alcune “meta preoccupazioni”. Io sostengo che la consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento, quindi iniziate a muovere i primi passi partendo proprio da questo punto. Se da soli sarete  in grado di frantumare il circolo vizioso prodotto dalle meta preoccupazioni, bene, sarò molto contento per voi; ma qualora non ci riusciste, allora vi invito a sfruttare quello che io chiamo il “coraggio di chiedere aiuto”, decidendovi a farvi allenare da chi è in grado di aiutarvi a disattivare le meta preoccupazioni disfunzionali. Anche in questo caso, il consiglio che mi permetto di suggerirvi è quello di affidarvi ad uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale.

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