Possiamo ridurre la nostra vulnerabilità all’ansia? Scopri come e perchè !

//Possiamo ridurre la nostra vulnerabilità all’ansia? Scopri come e perchè !

Quante volte ci è capitato di desiderare di sentirci meno impacciati, più sereni e anche più sicuri in alcune situazioni di nostro interesse? il semplice fatto che diverse volte ci siamo impegnati a trasformare le nostre reazioni emotive senza riuscirci, ci autorizza ad affermare che è impossibile farlo? La risposta a tale questione è che la nostra reattività emotiva e comportamentale riguardo ad alcuni contesti è possibile variarla purché ci si alleni nel modo corretto. La psicologia e le neuroscienze hanno messo in evidenza che i comportamenti, le reazioni emotive ed i pensieri che emergono in determinate situazioni non sono prodotti casuali, ma sono il risultato di come il nostro cervello ha strutturato a livello neuro fisiologico le informazioni che scaturiscono dalle esperienze personali. Ogni nostra esperienza, da quando nasciamo fino a quando moriamo, viene codificata a livello neurofisiologico nel nostro cervello attraverso specifici collegamenti neuronali. Sono proprio questi collegamenti neuronali a determinare nel nostro cervello le strutture neurofisiologiche che stabiliranno come ci comporteremo, cosa penseremo e come reagiremo emotivamente d’innanzi a specifiche situazioni. Sono proprio le innumerevoli strutture neuronali che si organizzano nel nostro cervello a stabilire i significati che diamo ad un evento e quindi a stabilire il tipo di reazione che manifesteremo in quella situazione. Se una persona ha una paura intensa per i cani ed un’altra No, questa differenza si spiega perché ognuno di essi a livello neuronale ha organizzato significati diversi; il primo individuo ricollegherà alla vista del cane un significato di pericolo e l’altro invece no. Le moltitudini di significati che il nostro cervello può organizzare d’innanzi allo stesso evento deriva dalle esperienze che si maturano durante il corso della propria esistenza. La scienza psicologica, servendosi delle conoscenze che provengono dalla biologia e dalla fisiologia ha messo in evidenza come le strutture neurofisiologiche del nostro cervello non sono rigide ma piuttosto sono flessibili e pertanto posso sempre essere trasformate. La plasticità neuronale del nostro cervello è proprio quello che consente alle persone, attraverso programmi di allenamento personalizzati, di modificare le reazioni emotive ed i comportamenti indesiderati che sono presenti in specifiche situazioni personali. La concretezza della scienza psicologica risiede proprio in questo punto, che è quello di avere elaborato e testato tecniche e strategie di cambiamento in grado di trasformare le strutture neurofisiologhe del nostro cervello che organizzano i comportamenti e le reazioni emotive indesiderate. l’introversione, l’insicurezza, l’essere tendenzialmente ansiosi o tristi, l’irascibilità, ecc. sono caratteristiche personali che nel tempo si sono codificate a livello neurologico attraverso un susseguirsi di esperienze continue; sarà proprio il pilotaggio coordinato e supervisionato di nuove esperienze a consentire all’individuo di potere trasformare in meglio le proprie reazioni davanti a specifici contesti. Questa analisi dimostra che la natura plastica del nostro cervello propone per ogni individuo una dote filogenetica in grado di generare in qualsiasi momento cambiamenti personali rilevanti sia a livello di sensibilità emotiva che di repertori comportamentali. La competenza dello psicologo e l’efficacia della scienza psicologica risiedono proprio nella loro capacità strumentale di aiutare la persona a trasformare in maniera adeguata e funzionale quelle reazioni emotive e comportamentali che il soggetto considera controproducenti allo sviluppo del proprio benessere personale e professionale. All’inizio di un intervento di cambiamento deve essere chiaro, prima allo psicologo e dopo alla persona, che tale risultato sarà ottenuto solo se l’azione psicologica riuscirà a modificare concretamente le strutture neurofisiologhe che determinano le reazioni emotive e comportamentali indesiderate. Da questo elaborato escono fuori due importanti e utili considerazioni che, secondo me, ogni individuo dovrebbe fare proprie. La prima è che la vulnerabilità emotiva cosi come la presenza di comportamenti disadattativi possono essere sempre trasformati purché ovviamente la persona avverta il desiderio di farlo. La seconda è che molte problematiche psicologiche, se escluse quelle generate da cause organiche, devono essere considerati come disturbi funzionali piuttosto che come malattie. Secondo il modello medico la concezione classica della malattia implica la presenza di organi che sono incapaci di funzionare bene o come dovrebbero; invece secondo il modello da me rappresentato, il nostro cervello quale organo deputato a gestire pensieri, emozioni e comportamenti è perfettamente sano e in grado di lavorare bene. Le considerazioni emerse da questo articolo dovrebbero stimolare tra le persone la convinzione che è sempre possibile generare dei cambiamenti personali a livello comportamentale ed emotivo laddove si individuino contesti in cui se ne sente la necessità. Per concludere mi permetto di indicare gli ingredienti che da mio punto di vista sono necessari per centrare obiettivi positivi di cambiamento personali: avere la giusta motivazione, essere disposti a impegnarsi nelle attività pratiche che saranno necessarie, servirsi dell’aiuto di qualcuno che sia concretamente in grado di costruire programmi di allenamento personalizzati, il quale, non potrà che essere una figura professionale dotata delle necessarie competenze psicologiche.

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